Carlo Nordio si infuria con il presidente dell’Anm, che in radio ha parlato della vicenda Almasri: “Consideravo Parodi equilibrato. Non so come si permetta di citare la mia capo di gabinetto, inaccettabile invasione di prerogative”
ROMA – “Sono sconcertato dalle parole di un presidente Anm considerato, sino ad ora, equilibrato. Non so come si permetta di citare la mia capo di gabinetto, il cui nome per quanto almeno mi risulta, non è citato negli atti. In caso contrario dovrei desumere che Parodi è a conoscenza di notizie riservate. Quanto all’aspetto politico, considero queste affermazioni, fatte da un autorevole rappresentante Anm, una impropria ed inaccettabile invasione di prerogative istituzionali“. Lo dichiara il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Il commento di Nordio si riferisce alle affermazioni fatte dal presidente dell’Anm, Cesare Parodi, che questa mattina è intervenuto a Radio anch’io parlando della vicenda e citando la capo di gabinetto del ministero della Giustizia, Giusi Bartolozzi, evocando “ricadute politiche” nel caso di un processo che la riguardasse. Ha detto Parodi: “Un processo dove vengono accertati magari in via definitiva certi fatti ha evidentemente una ricaduta politica, neanche tanto indirettamente, sulle persone coinvolte”. Per Nordio si tratta di un’entrata a gamba tesa e di una interferenza da parte dell’Anm.
La vicenda, su cui in questi giorni si sta nuovamente scaldando lo scontro politico, è quella del rilascio e dell’espulsione di Osama Najeem Almasri, capo della polizia libica di Tripoli, su cui pendeva un mandato di cattura internazionale dalla Corte penale internazionale dell’Aja per crimini di guerra e contro l’umanità. Il torturatore Almasri era stato arrestato dalla Digos il 19 gennaio 2025 e poi rilasciato dalla Corte d’Appello di Roma per un vizio di forma legato alla mancata comunicazione da parte del Ministero della Giustizia, per poi essere espulso dall’Italia. Successivamente, il ministro Nordio è stato iscritto nel registro degli indagati per favoreggiamento e peculato a seguito di un esposto presentato dall’avvocato Luigi Li Gotti. Ieri è arrivata la notizia che il Tribunale dei ministri ha deciso di archiviare la posizione di Giorgia Meloni, chiedendo invece l’autorizzazione a procedere per il rinvio a giudizio di Nordio ma non solo. Anche di Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano.
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