Fumone, Grande coinvolgimento nell’illustrazione del modello accoglienza degli Altipiani di Arcinazzo a cura dell’avv. Silvio Grazioli
Sono diversi fattori che spingono le persone a lasciare il proprio luogo di origine verso un nuovo contesto, e le ragioni sono varie: i conflitti tra Stati o i conflitti interni ad uno Stato, i gravi squilibri economici tra differenti aree geografiche, la presenza di sistemi antidemocratici fonte di persecuzioni e spregio dei diritti umani, i cambiamenti del clima o del territorio, le catastrofi naturali, inoltre la spinta dell’essere umano ad assicurare un’accettabile sopravvivenza a sé e ai propri cari. Di tutto ciò ed altre dinamiche, legate al tema della migrazione, se ne è parlato sabato sera nella sala consiliare del Comune di Fumone, durante la presentazione del libro della prof.ssa Katia Ranieri “I migranti ieri e oggi. La speranza di un futuro migliore”. L’evento è stato curato dall’associazione “Progetto Arkes” presieduta dalla dott.ssa Rita Padovano, che insieme all’autrice, alla giornalista della Santa Sede Fausta Speranza, e all’avv. Silvio Grazioli Sindaco di Trevi nel Lazio, ha affrontato attraverso un dialogo aperto la tematica di grande attualità che presenta il volume edito da APES. Il Sindaco di Fumone Matteo Campoli, ha fatto gli onori di casa, ringraziando per l’evento organizzato che trova a Fumone un’ampia disponibile, per il grande senso di accoglienza e di ricerca della pace, sottolineando che il Consiglio Comunale di Fumone e tra i primi nella provincia ad aver riconosciuto lo Stato di Palestina. La giornalista scrittrice Speranza, che nel corso della sua carriera ha svolto numerose inchieste sul tema migrazione , visto da diverse prospettive in diversi stati, dall’Africa, dal Messico e dai paesi dell’est, ha approfondito vari aspetti del problema ed anche la carente azione della politica che poco ha fatto e fa per cercare una soluzione nel nome del buon senso. Il libro presenta una ricostruzione poetica e storica del fenomeno della migrazione con illustrazioni dell’artista abruzzese Lucio Trojano. Il filo che trascina il lettore è la poesia scritta in lingua vernacolare del luogo abruzzese di cui è originaria Ranieri tradotta in italiano, francese, inglese e persino in arabo dal titolo “Le migrande”, una storia più che mai attuale, l’unica cosa che cambia è la speranza in un futuro migliore. Apprezzatissimo l’intervento del Sindaco Grazioli, che fa una ricostruzione nazionale del fenomeno dell’immigrazione in Italia, per giungere poi alla nascita del centro di accoglienza degli Altipiani di Arcinazzo. “Nel 2008 arriva il primo grande afflusso di migranti, oltre 170 mila presenze e le regioni italiane non erano molto attrezzate -illustra il Sindaco Silvio Grazioli- nell’agosto di quell’anno Prefetto di Roma chiede aiuto agli altri Prefetti per per la distribuzione dei migranti, nessuno risponde ai bandi soltanto una realtà si afferma agli Altipiani di Arcinazzo nel Comune di Trevi, un albergo insieme ad una cooperativa del Vicariato di Roma, che decide lì di aprire il centro per immigrati il primo fuori Roma. Si crea una grande attenzione a livello nazionale sulla vicenda e proteste a livello locale si erano costituiti comitati civici contro il centro dei comuni vicini Fiuggi ed Arcinazzo Romano, tanto da creare un turbamento nella la politica nazionale che all’inizio aveva sostenuto l’apertura dei centri. Nell’aprile del 2009 un odg del Parlamento presentava la richiesta di chiudere il centro degli Altipiani, che dava comunque lavoro a 40 persone. Nel momento in cui il Parlamento acconsenti per la chiusura, il Prefetto si ritira e con lui la convenzione che aveva firmato, il tutto ricade allora sul Comune che si trovò dinnanzi alla scelta di accollarsi tutta la situazione e mantenere aperto il centro oppure chiudere. Una decisione difficile che fu assunta e ciò comportò che l’amministrazione piano piano si sfaldò anche su pressioni istituzionali esterne tanto da cadere ed andare alle elezioni anticipate. Io fui sempre convinto della bontà dell’operazione per il territorio, anche se le elezioni seguenti determinarono la mia sconfitta e la nuova amministrazione chiuse immediatamente il centro . Poi arrivarono le primavere arabe e nel 2011 venne ucciso Gheddafi , dunque si procede a livello nazionale con il primo accordo e riparte in modo forte lo sbarco. Vennero creati vari centri nel Lazio in modo obbligatorio anche contro il consenso dei Comuni, e si fece anche a Fiuggi. Nel 2015 tornai a fare il Sindaco, ed anche agli Altipiani riaprirono il centro contro la volontà del comune, ma in quell’occasione non ci fu nessuna ostilità, la gente aveva visto che in tanti comuni erano nate realtà e da allora c’è un’integrazione assoluta, cambia in modo radicale la prospettiva. L’esperienza degli Altipiani di Arcinazzo fu un tema affrontato dai vari mezzi di comunicazione tanto da evidenziare che in un piccolo centro in Italia si erano anticipati i tempi dando vita ad un modello d’integrazione ed accoglienza che successivamente è divenuto un riferimento a livello nazionale”. L’analisi del Sindaco Silvio Grazioli ha attratto l’attenzione di tutti i presenti, che ha conclusione del racconto hanno mostrato ammirazione con un lungo applauso.