Pofi, Una donna stanca di vedere violata la tomba dei propri cari, incarica un investigatore e smaschera l’autore
E’ impensabile che nel cimitero, un luogo sacro dove riposano i propri cari vengano violate le loro tombe con il furto dei fiori, un gesto spregevole, considerando appunto il valore affettivo che i fiori rappresentano. Non sono solo elementi decorativi, ma un simbolo di ricordo. Vedere che questi vengono rubati è un’offesa al sentimento delle persone. Insolenze che da più di due anni, una donna di Pofi , continuava a vivere, ogni qualvolta che si recava al civico cimitero per omaggiare i familiari defunti, e costantemente notava l’assenza dei fiori e vari oggetti portati la volta precedente. Azioni che la rattristavano indubbiamente, ma che con grande determinazione l’hanno spinta , stanca di tutto ciò a cercare l’autore per poi denunciarlo. Pertanto si è rivolta ad un investigatore privato che ha raccolto in modo inoppugnabile delle prove che mostrano un uomo del luogo compiere il reato . Infatti la materia, tra l’altro, proprio per la volontà di tutelare il sentimento di pietà per i defunti, è trattata anche dal codice penale in un articolo specifico, il 408, che recita: «Chiunque, in cimiteri o in altri luoghi di sepoltura, commette vilipendio di tombe, sepolcri o urne, o di cose destinate al culto dei defunti, ovvero a difesa o ad ornamento dei cimiteri, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni». L’uomo è stato denunciato e nei giorni scorsi il Tribunale di Frosinone si è espresso con la sentenza del giudice, che ha commutato la pena, nel pagamento di una sanzione pari a 1.200 euro. Una vicenda che ha sconcertato l’intera comunità locale, che ha mostrato vicinanza ed ammirazione per la fermezza della loro concittadina nel risolvere la questione.