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La Polizia locale si è stufata: “Siamo la ‘Cenerentola’ delle forze dell’ordine, basta”

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I sindacati della Polizia locale hanno chiesto ai deputati una serie di modifiche sul loro contratto e inquadramento, a partire da “pari dignità e diritti” con gli altri Corpi di polizia

REGGIO EMILIA – Da Trieste a Messina sono gli operatori più vicini ai cittadini, presenti in 8.000 Comuni italiani alcuni dei quali con appena 1.000 abitanti. E ogni giorno ricevono da sindaci, prefetti e questori richieste di attività “border line” con l’ordine pubblico, inerenti lo spaccio droga, il contrasto alla prostituzione e la movida violenta. Eppure la Polizia locale è ancora considerata “la Cenerentola” delle Forze dell’ordine, a livello normativo e contrattuale. Lo denunciano Michele Malocco, coordinatore nazionale della Cisl Funzione pubblica per la Polizia locale e Luca Falcitano, presidente dell’Associazione Polizia Locale Regione Emilia-Romagna (Aplrer), ascoltati il 30 luglio scorso in commissione Affari costituzionali alla Camera nell’ambito dell’esame dei progetti di legge sul “riordino delle funzioni e dell’ordinamento della polizia locale”.

LA RICHIESTA: “PARI DIRITTI E DIGNITÀ DEGLI ALTRI CORPI DI POLIZIA”

I sindacati ritengono in particolare ormai “improcrastinabile” una riforma della legge quadro che risale al 1986 e che “si aspetta da 40 anni”, chiedendo inoltre “pari dignità e diritti” con i Corpi di Polizia di ordinamento statale. Il primo punto sollevato è quello del personale -oggi pari a 60.000 agenti a livello nazionale- che nel periodo tra il 2014 e il 2022 è diminuito di 8.000 unità. Inoltre sono lavoratori con un’età media età oltre 50 anni, non sostituiti quando vanno in pensione. Un tema particolarmente sentito da Cisl e Aplrer è poi quello degli infortuni, circa 2.000 all’anno, molti dei quali legati ad aggressioni. Solo per la Polizia locale (e non per gli altri Corpi) è infatti prevista una decurtazione dello stipendio per i primi 10 giorni di assenza, seppure applicata solo al trattamento accessorio.“È UNA GUERRA TRA POVERI”

Per le parti sociali, inoltre, va ripristinata la pensione di invalidità contratta per cause di servizio. A proposito di salario accessorio i limiti che non permettono di usare i proventi delle multe per la Polizia locale, “creano una guerra tra poveri per pochi euro tra chi va in strada e anche di sera e di notte garantisce la sicurezza che lo Stato ci continua a chiedere e gli altri dipendenti pubblici”.“DATECI L’ACCESSO ALLE BANCHE DATI”

Tra le altre richieste delle sigle sindacali, anche la possibilità per gli agenti di collegarsi alle banche dati interforze, per conoscere la fedina penale delle persone fermate. “Nell’80% dei casi- sottolinea infatti Falcitano- riusciamo a sapere queste informazioni solo grazie al buon senso e all’amicizia di colleghi Polizia dello Stato”. Vengono inoltre chiesti risarcimenti alle famiglie delle vittime del dovere e- come fatto in Emilia-Romagna tramite una legge regionale- il supporto psicologico per gli operatori.
E ancora: assistenza legale piena, creazione dell’albo nazionale dei comandanti della Polizia locale, possibilità di portare l’arma al di fuori del servizio, l’attribuzione della qualifica di polizia tributaria e l’uniformità della foggia delle livree e dei mezzi di servizio in tutta Italia. Insomma, “una equiparazione in tutto e per tutto con le forze statali perché le funzioni svolte sono le stesse”, evidenzia Malocco. Le misure chieste, chiude Falcitano “vogliono proiettare la Polizia locale nel futuro”. Sul fronte delle risorse per dare gambe alla riforma, nel 2021 è stato deliberato un primo fondo dedicato di 20 milioni, la cui creazione era prevista l’anno successivo.

Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it