“Con la Spagna giocheremo più verticale, ma la chiave è sempre il possesso palla”
ROMA – La domanda alla vigilia di Italia-Spagna è un uncino, un’esca: come si vince questa partita? Spalletti detta una risposta possibilista, tanto poi la risposta vera la darà sul campo. Dice il ct che “ci sono sempre due strade per fare delle vittorie e per fare calcio: il gioco di squadra e quella dei grandi campioni che hanno questi grandi strappi che non li puoi sostenere perché hanno più roba nei muscoli e vanno in campo aperto più forte di quella che è la normalità. Noi secondo me abbiamo la prima come strada da andare a percorrere, perché ci manca qualcuno che abbia veramente quel livello top che vince le partite da solo”. Insomma, si vince (o no) di squadra.
Perché la Spagna non è l’Albania, e soprattutto non è più la Spagna d’un tempo. Ora è una squadra verticale, mentre adesso (s’è ribaltato il mondo) alla tik-Italia viene imputata proprio la mancanza di verticalità. Spalletti non ci sta: “Secondo me la chiave è sempre quella lì, giocare bene a calcio e tenere di più la palla. Poi con la Spagna probabilmente ci sarà qualche verticalizzazione di più, perché loro non ti aspettano al limite dell’area. Lo sanno tutti, l’abbiamo detto talmente tante volte, ma se la squadra avversaria come ha fatto l’Albania ti sta al limite dell’area con la linea difensiva, cosa verticalizzi a fare? Per cui bisogna vedere quello che succede. Con la Spagna bisognerà andare più dietro la linea difensiva, perché loro appena ti muovi ti vanno a pressare sempre, anche dal portiere. Questo gli comporta di alzare la linea difensiva perché la squadra deve stare in quei 30-40 metri. Allora qualche pallata là dietro ci sta, se sapremo riconoscerla e se avremo la possibilità nei tempi della giocata”.“La Spagna è diventata questa perché ha fatto sempre lo stesso calcio ed è diventata così riconosciuta perché ha avuto il coraggio di mantenere nel tempo la stessa idea di calcio, la stessa richiesta e la stessa disponibilità del calciatori. Si parla di calcio internazionale, di confronto con scuole di calcio più definite. Per arrivare a quei livelli bisogna fare quello che hanno fatto loro, riproporre sempre la stessa idea di calcio. Una volta si tenta di giocare a pallone e si riesce a stare nella loro metà campo. Ma il tentativo di fare la partita c’è. Loro hanno tutto da un punto di vista di caratteristiche individuali e di squadra. Dovranno essere più alti i tempi di reazione nostri, il ritmo è quello. Con la Croazia picchiano sempre allo stesso modo, la Croazia gli è entrata in queste pause. Noi dobbiamo essere bravi a mantenere sempre lo stesso livello”.
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it