Home PRIMO PIANO La famiglia Cinà: “Vogliamo la verità su Simona. Troppe incongruenze, nuotava benissimo”

La famiglia Cinà: “Vogliamo la verità su Simona. Troppe incongruenze, nuotava benissimo”

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A parlare è Roberta, sorella gemella della 20enne pallavolista trovata morta nella piscina di una villa a Bagheria

ROMA – “Non abbiamo trovato neppure i suoi vestiti, solo le scarpe”.

A parlare è Roberta Cinà, sorella gemella di Simona Cinà, la 20enne trovata morta nella piscina di una villa a Bagheria, durante una festa privata. Le parole dei familiari gettano ulteriore ombra su una vicenda che, fin dai primi momenti, appare piena di interrogativi.“Aveva messo da parte un bracciale della mamma a cui teneva molto. Se l’ha fatto, significa che era perfettamente lucida”, aggiunge Roberta, respingendo ogni ipotesi legata a droga o abuso di alcol. “Simona non si drogava, beveva raramente. Curava tantissimo il suo corpo”.Una famiglia distrutta, che chiede risposte. La madre, Giusy, lancia un appello: “Era una brava ragazza, studiava, faceva sport. Vogliamo solo sapere perché è morta”. Il padre, Luciano Cinà, sottolinea invece l’anomalia della scena trovata: “La piscina era pulita, c’erano solo bottiglie d’acqua. Nessuno ci ha chiamati. E Simona era una sportiva, nuotava benissimo”.

A insospettire i fratelli Cinà, anche il clima trovato all’arrivo nella villa: “Tutti erano bagnati e in silenzio. Era una festa di laurea, ma non abbiamo visto né torta né alcolici. Il corpo di nostra sorella era già coperto a bordo piscina”.

L’AVVOCATO: “TROPPE INCONGRUENZE”

A dar voce alle perplessità dei genitori è l’avvocato della famiglia, Gabriele Giambrone, che sottolinea “numerose anomalie” nella gestione iniziale dell’intervento. “Troviamo sconcertante che la villa non sia stata subito sequestrata. La consolle musicale è stata rimossa a poche ore dalla tragedia e la villa è risultata disponibile per un nuovo evento. Addirittura è in vendita”.

L’inchiesta, affidata ai carabinieri di Bagheria e alla Procura di Termini Imerese, è ancora nelle fasi iniziali. È stata disposta l’autopsia sul corpo della giovane, mentre un partecipante è stato sottoposto a prelievo del dna. Tracce di sangue sarebbero state trovate sul posto, anche se un giovane avrebbe spiegato di essersi ferito “per lo choc”.

In attesa di risposte ufficiali, la famiglia Cinà chiede solo una cosa: “La verità. Per Simona. E per chi le voleva bene”.

Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it