Elisabetta Federico (Lisa), figlia adottiva di Margherita Eichberg, Soprintendente della provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale presso il Ministero della Cultura, e Maurizio Federico, responsabile del Centro Nazionale per la Salute Globale presso l’Istituto Superiore di Sanità, muore il 3 novembre 2020 a seguito di una infusione dell’equivalente di 350 millilitri di globuli rossi AB0 incompatibili nel quadro di un trapianto di midollo osseo identificato dai medici dell’ospedale Bambino Gesù di Roma come cura per una patologia ematologica non oncologica.
A partire da pochi minuti dall’inizio dell’infusione, la vita di Lisa si trasformò per i successivi 17 giorni in un inferno di urla, dolori e svenimenti, inferno che non la abbandonerà fino alla fine.

Ora i genitori di Lisa hanno dato alle stampe un libro, “Le Tre Vite di Lisa”, in cui rievocano la storia di Lisa, a partire dall’adozione in Ucraina fino al suo ultimo respiro nella “Zona Rossa” dell’Ospedale, laddove vengono portati i bambini ad aspettare la morte.
Le tre vite di Lisa: la prima, durata un soffio, si è esaurita nel distacco forzato dalla madre naturale e l’abbandono in orfanotrofio; la seconda è durata quei pochi giorni che impiegò a svanire l’illusione di aver trovato dei genitori adottivi. La terza vita, una volta finalmente adottata, si è conclusa nelle fauci dell’eccellenza ospedaliera italiana.
Pochissimi mezzi di comunicazione hanno voluto dare risalto alla storia di Lisa. Così come pochissimi avvocati hanno voluto dare ascolto ai genitori. Così come tantissimi medici, richiesti per consulti e perizie, hanno voltato le spalle e tappato le orecchie appena sentito il nome di quell’ospedale.
E allore i genitori di Lisa hanno cercato di dare voce a questa terribile storia attraverso il libro “Le Tre Vite di Lisa”. In questo libro vengono raccontati i percorsi materiali, sociali e interiori, spesso dolorosi, che i genitori hanno dovuto affrontare per esercitare un atto di altruismo, l’adozione. Generosità che la società ha poi ripagato nel più crudele dei modi, strappando loro la figlia adottiva, Lisa, all’epilogo di un incubo sanitario che ne ha causato la morte per la maldestra cura ospedaliera di una patologia benigna guaribilissima. I dettagli del calvario di Lisa sono qui raccontati nei più autentici, a volte crudi particolari. I suoi ultimi giorni vengono rivissuti da tre punti di osservazione che riescono nel loro insieme a chiudere il cerchio di una storia che, se inserita nel contesto dei nostri giorni e di una “eccellenza” sanitaria italiana, potrebbe sembrare solo frutto di fantasia.
Il 3 febbraio il libro verrà presentato presso le Terme dei Papi a Viterbo. Il 10 febbraio a Livorno, il 17 febbraio a Isola Farnese (Roma), il 19 febbraio presso la libreria “Mondadori” di Piazza del Duomo a Milano, e il 24 febbraio a Pisa. Girando l’Italia i genitori vogliono regalare a più persone possibile, oltre che la testimonianza e la denuncia dei tragici fatti, anche un poco della vita che è stata negata a questa meravigliosa, giovanissima ragazza.
Ora Lisa riposa, finalmente libera dal dolore e dalla cattiveria della vita, in una piccola cappella al cimitero Verano di Roma. Subito dopo il terzo anniversario della sua morte, ai piedi del piccolo cancello che la separa dal mondo, è stata trovata questa lettera a sua firma.
Tre anni son bastati a scoprire fin nell’ultimo dettaglio con quanta destrezza siano riusciti a levarmi il respiro. Ma non sono bastati, e chissà quanti ne serviranno ancora, per chiederne conto. Ma in cima a tutto resta il fatto che tutto questo si deve sapere, che nulla deve restare nell’ombra. Questa è la più grande condanna per loro, loro che hanno mentito, loro che hanno nascosto, loro che hanno fatto finta. E per non prenderne atto, una sentenza potrà solo fare altrettanto.
Ora io sono solo puro pensiero. E il pensiero per vivere nel tempo deve trovare una casa.
CASA MIA (PREGHIERA)
È impossibile evitare gli insulti del tempo e la fatica del silenzio qui, dove ora abita il mio corpo.
Qui ormai nulla cresce, se non piante neanche volute, e tutto è destinato a deperire, anche i fiori più belli.
Non è qui che mi dovrete cercare. Non è qui che troverete chi non volete dimenticare.
Ogni volta che, quando state male, vi viene impedita anche la parola
Ogni volta che chiedete considerazione e vi viene negata
Ogni volta che: “Ne vuole sapere più di me?” e: “Se paga salta la fila”
Ogni volta che vi viene rubato il diritto alla cura, a qualsiasi cura
Ricordate il mio viso, la mia storia, il mio calvario. Saranno questi la vostra spada
Per ferire a morte l’indifferenza e la prepotenza.
Casa mia deve essere la vostra voglia di considerazione
Casa mia deve essere la vostra voglia di risposte
Casa mia sarà solo nella mente di chi non si rassegna
Solo così mi aiuterete a far vivere ancora il mio bel sorriso
Non venite a cercare il mio corpo
Lisa