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Coinvolgente e di grande spessore l’intervento di Mons. Domenico Pompili

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Trevi Nel Lazio, Il Vescovo di Verona ospite del meeting estivo di Juvenilia

Una calorosa accoglienza ha avvolto nella giornata di ieri, l’arrivo a Trevi Nel Lazio di Sua Ecc.za Mons. Domenico Pompili Vescovo di Verona, giunto per partecipare ad un incontro organizzato dal gruppo giovanile locale di “Juvenilia”, dal tema “Cosa c’è di umano nella tecnologia, rischi ed opportunità nell’era digitale”. La corposa partecipazione, l’affetto esternato da numerosi presenti, è la testimonianza del forte legame che unisce Mons. Pompili a questo territorio, che durante il suo ministero sacerdotale quale parroco del vicino Comune di Vallepietra, ha vissuto con passione e dedizione nel suo percorso. Dopo i saluti da parte del parroco Don Pierluigi Nardi e del Sindaco l’avv. Silvio Grazioli, si sono aperti i lavori del convegno e l’intervento di mons. Pompili è risultato di grande contenuto e coinvolgimento, come ci si aspettava, essendo lui un profondo conoscitore del mondo della comunicazione, ha ben affrontato il tema sotto alcuni aspetti molto articolato, tanto da  rappresentare  una vera rivoluzione pari a quella industriale. Mons. Pompili, ha opportunamente rilevato che il cosiddetto mondo digitale è un nuovo ambiente da conoscere e animare, spiegando che l’ambiente digitale non è solo un nuovo contenitore per vecchi contenuti, ma è un contesto inclusivo in cui siamo immersi, e che ci costringe a ridefinire i nostri messaggi, ciò che pensiamo valga la pena comunicare, nei nuovi linguaggi, tenendo conto delle loro caratteristiche: istantaneità, interattività, multimedialità, orizzontalità e molte altre. Se vogliamo comunicare dobbiamo sfruttare le potenzialità e limitare i rischi dell’ambiente in cui ci muoviamo, altrimenti sarebbe come rassegnarsi all’afasia e all’incomunicabilità. “D’altra parte -continua mons. Pompili- muoversi consapevolmente nel nuovo ambiente non significa accettarne le logiche in modo problematico, e soprattutto non significa inseguire ingenuamente le mode dettate da chi in questo ambiente si muove senza scrupoli e senza interesse per l’umano, ma solo con logiche strumentali. Se i criteri di successo nella rete sono di tipo quantitativo, sta alla sensibilità di ciascuno in generale,  cogliere i bisogni individuali che scompaiono dietro ai comportamenti conformi, intercettare le insoddisfazioni per le risposte preconfezionate e banali che così facilmente e abbondantemente la rete rende disponibili e offrire contesti di ascolto e di vicinanza. Aristotele diceva che un farmaco ha una componente positiva (nel giovare alla salute) ed una negativa (con effetti negativi collaterali) , dunque la tecnica nel mondo digitale è la stessa indicata da Aristotele, e sta a noi alle nostre capacità di cogliere le occasioni di crescita sfruttando il carattere partecipativo dell’ambiente digitale per dar voce a letture della realtà, prospettive, che siano diverse da quelle improntate all’immanenza totale, al cinismo, all’idolatria, alla strumentalità e all’ipocrisia che rappresentano appunto l’aspetto negativo”.  Dopo questa attenta e cristallina analisi di Mons. Pompili sono seguiti alcuni interventi da parte del pubblico che si è confrontato sul tema. Il convegno è stato molto apprezzato da tutti, che ha conclusione si sono stretti a Don Domenico, per ringraziarlo della sua presenza, delle sue parole e per augurargli un buon lavoro in questa sua nuova missione pastorale nell’importante diocesi di Verona.