Approvata variante urbanistica per nuovi impianti della società AVIO: uno schiaffo ai problemi ambientali e sociali del territorio.
Consumo di suolo al 22% contro una media nazionale del 7% ma si costruirà su altri 8 ettari per favorire il commercio di armi.
Colleferro è sempre più al centro degli affari del mondo delle armi a discapito dei problemi ambientali e sociali del territorio. E’ stata infatti approvata la variante urbanistica su ben 8 ettari (una superficie ampia come 15 campi di calcio) finalizzata a riorganizzare le attività produttive, prevedendo la modifica dell’impianto generale del Centro Prove in area 3C attraverso un intervento di sviluppo e ampliamento dell’impianto generale.
A tal fine la SE.CO.SV.IM srl – società immobiliare del Gruppo Avio proprietaria di circa 910 ettari nei Comuni di Colleferro, Segni e Artena – ha presentato al Comune un “Piano di Lottizzazione in Zona Industriale Area Avio 3C”, il 22.12.2022, formalmente adottato dalla Giunta Comunale il 29.06.2023. Ad approvazione avvenuta, veniamo a conoscenza del conseguente Piano urbanistico del Comune di Colleferro, riguardante l’area di via degli Abeti.
Dalla documentazione agli atti risultano: l’adozione di una variante urbanistica; il carattere di pubblica utilità del Piano, un riconoscimento sulla cui legittimità esprimiamo forti dubbi; le modificazioni permanenti ai terreni con forte consumo di prezioso suolo, trattandosi di attività edificatoria a scopo industriale; nuove vie di accesso e parcheggi ad uso esclusivo di Avio Spa su una superficie appunto di circa 8 ettari.
Quest’ennesimo progetto nella martoriata valle del Sacco si inserisce nelle politiche guerrafondaie che l’Europa sta imboccando, prima con il programma Rearm Europe da 800 miliardi di € e poi con la decisione di portare la spesa militare al 5% del Pil.
D’altro lato l’appoggio delle Amministrazioni a vario livello alle iniziative di società che progettano, producono e commerciano in armi è stato evidente in questi anni. Ricordiamo nel 2021 la presenza a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, del Sindaco Sanna all’Expo a fianco delle più grandi aziende aerospaziali e militari; nel 2023 la visita del Commissario europeo al mercato interno, Thierry Breton, alla Simmel Difesa e nel 2025 la visita del Commissario europeo per la difesa e lo spazio, Andrius Kubius ad Avio spa.
Iniziative intraprese senza confronto con la cittadinanza e per finanziare con fondi pubblici i programmi e le attività di Knds, con Simmel Difesa e Avio spa in prima fila, finalizzati alla militarizzazione dello spazio, la nuova frontiera della difesa militare europea.
Il tutto in un contesto sociale, sanitario ed ambientale già fortemente compromesso e che meriterebbe non investimenti pubblici in armi, ma impegni per le bonifiche, per il sostegno alle politiche sanitarie e scolastiche, per la rinaturalizzazione dei siti edificati abbandonati, per il trasporto pubblico, ecc.
I dati del Piano e le principali criticità ambientali
E’ un progetto di espansione industriale, attraverso lottizzazione, per realizzare una serie di capannoni, con tutto un sistema di strade, servizi e sottoservizi e la suddivisione degli 8 ettari in 13 lotti fondiari con una viabilità e parcheggi di circa 50.221 mq (circa 5 ettari).
Nello stabilimento, situato in parte nel Comune di Colleferro e in parte nel Comune di Segni, si progettano e sviluppano nuovi materiali ed equipaggiamenti per applicazioni spaziali, si assemblano lanciatori spaziali, sistemi di propulsione solida e liquida e adattatori per il carico utile, missili per la difesa aerea, con una produzione dual use civile e militare.
L’intero stabilimento rientra nel campo di applicazione della Direttiva Seveso III, in quanto impegna sostanze pericolose e pertanto è classificato come attività a rischio di incidente rilevante di soglia superiore.
Tutti i fabbricati previsti dal piano di lottizzazione sviluppano una superficie di circa 7.546 mq, realizzati con strutture portanti in cemento armato e (qualora specificatamente richiesto) in cemento armato precompresso.
Nel 2023 il Comune di Colleferro risulta caratterizzato dai seguenti indicatori: percentuale di suolo consumato 22,66%, contro una media nazionale del 7%
Colleferro è stato nel 2022 il nono Comune nel Lazio per consumo di suolo con 8,6 ettari. La superficie di suolo consumato nel 2021-2023 è stato di 610,3 ettari e l’incremento netto di consumo di suolo è stato di 12,8 ettari. Il consumo di suolo superiore a 400 ettari è considerato elevato.
Percentuali che non conteggiano le aree già edificate nel 2024 e quelle che nell’Avviso pubblico del 2025 si intendono trasformare, mediante variante, in nuove infrastrutture “per potenziare la vocazione industriale di Colleferro” per “una rinnovata vocazione produttiva”, compresi nuovi siti per il “settore spazio” lungo l’asse urbano della via Casilina.
Il nostro territorio presenta dunque criticità sui livelli di consumo di suolo e l’unico intervento ammissibile dovrebbe essere quello di limitare gli impatti che possono generare ulteriori processi di degradazione del suolo quali erosione, contaminazione, compattazione e diminuzione della biodiversità.
Invece, al contrario di quanto indicato da ISPRA nel suo Rapporto annuale, si aumentano le aree di nuova impermeabilizzazione e si approvano nuovi interventi che avranno ripercussioni anche sulle risorse idriche e sull’atmosfera, effetti che si cumuleranno con analoghi impatti generati dall’attuazione di piani e programmi su aree limitrofe, con bassi livelli di qualità ambientale.
Per quanto riguarda la qualità dell’aria, come è noto, Colleferro ricade nella zona IT1217 – Zona Valle del Sacco 2021, a cui viene attribuita la classe complessiva 1 per il superamento dei valori limite, per almeno un inquinante, e per i quali è prevista l’adozione di provvedimenti specifici per la protezione della salute umana. Invece si va nella direzione esattamente opposta, insediando nuove attività che comportano traffico ed emissioni. Si consideri che Colleferro nel 2024 ha registrato 47 sforamenti del valore limite giornaliero delle PM10 rispetto ai 35 giorni di superamento della soglia di 50 μg/m³.
Considerazioni sulla pianificazione
La pianificazione territoriale deve basarsi su studi approfonditi di sviluppo, valutazioni d’impatto ambientale e proiezioni a lungo termine, non su spinte speculative o su iniziative promosse da soggetti privati mossi dall’interesse di massimizzare i profitti.
A Colleferro il nuovo Piano urbanistico sarebbe stato definito solo dopo la saturazione delle aree ex SLOI e il rifiuto da parte di SE.CO.SV.IM srl di mettere sul mercato 136 ettari già destinati ad attività industriali. Un proprietario può scegliere di non vendere, ma il Comune ha strumenti per intervenire, anche rivedendo la destinazione urbanistica di quelle aree.
Piuttosto che assecondare una crescita industriale incontrollata, Colleferro avrebbe urgente bisogno di politiche ambientali serie e interventi di riduzione dell’inquinamento, per restituire una migliore qualità della vita ai cittadini.
Lo sviluppo industriale, per legge, dovrebbe essere pianificato almeno a livello intercomunale, se non provinciale o regionale. Invece, si continuano a coltivare egoismi locali e “cordate” occasionali, utili a garantire vantaggi politici.
Il risultato? Un polo logistico a Colleferro e uno ad Anagni, due progetti di ospedali distanti appena 20 km: doppioni costosi, che frammentano i servizi e moltiplicano gli impatti. È tempo che i Comuni dialoghino davvero, con visione e responsabilità nell’interesse delle loro comunità.
Ina Camilli, Rappresentante Comitato residenti Colleferro