Panorama lago Bolsena
Le Reti di Imprese per il turismo quale fattore trainante dell’economia del territorio. Celleno, Montefiascone, Valentano e Calcata dove il tempo si è fermato
Nella Tuscia, territorio della provincia di Viterbo, c’è di tutto e molto altro. In questa fortunata terra si può fare un turismo esperienziale in modo che i visitatori non siano “solo turisti” ma desiderosi di vivere insieme agli abitanti del posto i luoghi che visitano, conoscere i prodotti enogastronomici ed artigianali, la natura e i monumenti dei centri storici. Recentemente si è concluso un tour alla scoperta dei borghi antichi di: Celleno, Montefiascone, Valentano e Calcata ricchi di storia e fascino in collaborazione con le Reti di Imprese: “Cilenia”; “Montefiascone in Vetrina”; Il Mascherone”; “Conosci Calcata”. «Si è trattato di un percorso enogastronomico per la valorizzazione e la promozione delle nostre eccellenze enogastronomiche e quelle proprie del territorio: la storia, la cultura e il folclore – ha dichiarato Vincenzo Peparello Presidente della DMO (Destination Management Organization) Expo Tuscia – le nostre produzioni del settore agroalimentare, dal vino all’olio, sono le eccellenze di punta, ma anche prodotti di nicchia che interessano il turista che vuole conoscere il territorio e la cultura, come si vive nelle località che visita, quello che si mangia, come quello che c’è da vedere e tant’altro». Il tour è stato preceduto da un workshop a Viterbo organizzato dalla Rete d’Impresa “Enjoy Viterbo+” il cui presidente è Sergio Cesarini presso lo Spazio Attivo di Lazio Innova, con una quindicina di buyer, di agenzie di viaggi, tour operator e un gruppo di giornalisti della stampa nazionale di settore e alcuni blogger. Continua Peparello: «Sono state effettuate delle visite guidate alle eccellenze che hanno fatto la storia del territorio, che vanno dal paleolitico, passando poi per gli etruschi e i romani. Sono stati visitati i borghi dove stiamo facendo tutta una serie di iniziative per valorizzarli poiché per anni, anzi per decenni, sono stati trascurati e oggi finalmente ci si accorge di loro. Questo è dovuto anche alla pandemia e a quello che ha comportato, che ha fatto riscoprire i valori della tranquillità, della salute, dell’ambiente e tutta una serie di attività che sono rinate come turismo esperienziale». Conclude Vincenzo Peparello: «Questo territorio della provincia di Viterbo può essere importante per rilanciare la zona anche dal punto di vista economico perché esso soffre ancora di stagionalità, le strutture lavorano soprattutto in alcuni periodi dell’anno anche se in un periodo di crisi. La mission della DMO non è solo quella di fare azioni per destagionalizzare, ma anche azioni per aumentare i flussi turistici per una permanenza maggiore sul territorio». Ha precisato Peparello: «La DMO, nonostante abbia terminato il percorso finanziato previsto dal bando dalla Regione Lazio, proseguirà nei prossimi mesi con iniziative analoghe nella continuità. Quando terminerò le mie funzioni da direttore, da manager, da presidente di questa struttura, vorrei almeno raddoppiare le attuali presenze di due milioni. Il territorio ha tutte le potenzialità per fare questo, voglio ricordare solo che quando abbiamo iniziato 13 anni fa con VisiTuscia, la provincia di Viterbo aveva 570 mila presenze e certamente una parte del merito di questo aumento sarà anche a seguito del nostro lavoro».
Celleno il Borgo Fantasma che fa rivivere la Storia

Situato nel cuore della Tuscia viterbese, Celleno è un piccolo borgo medievale arroccato su uno sperone di tufo che affascina per il suo passato ricco di storia e per il suo presente sospeso nel tempo, in una posizione strategica lungo la via che collega Viterbo, Civita e Orvieto. Il sindaco Luca Beraldocosì presenta la cittadina: «Un piccolo ed affascinante borgo fantasma, suggestiva cornice di ruderi e antiche memorie con uno stupendo affaccio sul paesaggio circostante». Celleno è un luogo dove il silenzio racconta leggende, la pietra conserva la memoria e l’arte trova nuove forme di espressione. Le origini di Celleno risalgono all’epoca etrusca, ma è nel Medioevo che il borgo assume la forma che oggi possiamo ancora ammirare. Grazie all’impegno di artisti, volontari e istituzioni locali, Celleno sta vivendo una nuova primavera. La Rete di Imprese “Cilenia” organizza o collabora a tanti eventi, come la festa delle ciliegie che si svolge da 37 anni, con carri allegorici e gruppi mascherati che sfilano per le vie del paese. L’evento clou è la “Crostatona”, una crostata lunga circa 20 metri. Uno stupendo crocifisso, attribuito alla scuola di Donatello, contornato da affreschi rinascimentali è collocato nella chiesa di San Rocco. Nella chiesa di San Carlo è situata una collezione di antichi grammofoni che possono essere azionati dai visitatori. Nel piccolo museo sono esposti ceramiche di epoca medievale e rinascimentale rinvenute in antico butto e una curiosità: un glirarium, una giara romana dove erano allevati i ghiri, considerati una squisitezza gastronomica.
Montefiascone Vino est est est, Storia e Panorami mozzafiato

«Montefiascone ha tantissimo da offrire, lo dico non solo in senso campanilistico, da sempre è una cittadina che ha tutto, dalle bellezze storico-artistiche, architettoniche, naturalistiche, alla gastronomia, il turismo ed il commercio devono camminare sullo stesso binario per sviluppare ancora di più questa bellissima realtà in cui viviamo», sono queste parole del sindaco Giulia De Santis. Un affascinante borgo medievale che risale all’epoca etrusca, sulla via Francigena percorsa dai pellegrini che si recavano a Roma, posto su un’altura che domina il lago di Bolsena. Il borgo è celebre per il suo vino Est! Est!! Est!!! e per il suo patrimonio storico e architettonico, che racconta secoli di storia e cultura. La Rete di Imprese “Montefiascone in Vetrina” promuove le visite alla Basilica di San Flaviano; al Duomo di Santa Margherita con la grande cupola, una delle più grandi d’Italia; alla Rocca dei Papi, con i ruderi di una fortezza medievale che fu residenza estiva dei pontefici.
Valentano ricco di tesori nascosti tra storia, natura e tradizioni

Domina la cittadina la Rocca Farnese del XII secolo, un fortezza in cui è collocato un interessante museo che racconta la storia del territorio dalle epoche più remote fino al Rinascimento. Dal giardino che la circonda si gode un panorama stupendo sul Lago di Bolsena. Nelle vicinanze vi sono boschi di faggio, di castagni e querce percorsi da sentieri che conducono al lago di Mezzano di origine vulcanica. Tante le tradizioni contadine, fra cui la Sagra della Patata, una delle eccellenze del territorio. Il centro storico è costituito da vicoli e piazzette con antiche chiese come quella di San Giovanni Battista. Valentano è proiettato verso il futuro, come riferisce il sindaco Stefano Bigiotti: «La nostra rete d’impresa Il Mascherone con 52 attività che fanno parte della rete in collaborazione con le associazioni di categoria del comune di Valentano hanno un progetto condiviso con tutte le realtà e gli stakeholder dei nostri cittadini che intendono promuovere Valentano oltre quelle che sono le nostre mura storiche. Valentano può veramente offrire molto all’esterno del nostro parco urbano». Continua il sindaco Bigiotti: «Abbiamo ricevuto quasi 800.000 euro dal MIC, destinati proprio alla realizzazione di nuove attività commerciali e di nuovi poli attrattori. Mi fa molto piacere poter anticipare che questi finanziamenti sono destinati proprio agli operatori del terzo settore dell’economia per la creazione di nuove attività agrituristiche, di nuovi B&B e di attività che possono potenziare e rendere ancora più attrattiva quella che è una realtà commerciale che si sta pian piano affermando sulla scia di quelli che sono gli interessi turistici del nostro territorio. Abbiamo la fortuna di trovarci in un crocevia di interessi generali che legano il patrimonio della Tuscia a quelle che sono le realtà di Umbria e Toscana». Conclude Bigiotti: «Questo ci fa sperare che possiamo scommettere sulla nostra bellissima realtà, siamo uno dei paesi che per numero di abitanti ha il maggior numero di dimore storiche registrate dalla Regione Lazio, abbiamo inoltre una bellissima sagra durante tutto il periodo di agosto che è l’unica sagra di qualità della Regione Lazio, premiata dal Parlamento della Repubblica Italiana».
Un sogno chiamato Calcata

Questo piccolo centro medievale, abbandonato nel secolo scorso e poi rinato grazie all’arrivo di artisti, intellettuali, musicisti, artigiani provenienti da tutto il mondo, è oggi un luogo fuori dal tempo, dove convivono storia, arte, natura e leggenda. Negli anni ’30 fu dichiarato inagibile a causa del rischio di crolli dello sperone di tufo, a picco sulla valle del fiume Treja, circondato da boschi, cascate e forre tufacee. Gli abitanti furono trasferiti in una nuova zona lasciando il borgo originale. Oggi Calcata è diventata un vero e proprio “villaggio degli artisti”. Il borgo è un labirinto di vicoli acciottolati, archi in pietra, piccole piazze e case ricoperte di edera e fiori. La Chiesa del SS. Nome di Gesù, conservava un’antica reliquia legata alla leggenda del prepuzio di Cristo. La visita del villaggio è un’esperienza unica, dichiarato “Bandiera Arancione” dal TCI e “Villaggio Ideale d’Italia”. Le origini risalgono al XII sec. a.C., quale insediamento abitato dai Falisci con il nome Narce. Il sindaco Cristian Di Giovanni sottolinea l’importante attività della Rete d’Imprese Conosci Calcata, così presenta la storia unica del borgo, che si è mantenuto inalterato grazie ad una forma di resistenza e disobbedienza e per la contaminazione: «Calcata a seguito del terremoto di Messina del 1908 doveva essere distrutta completamente. I nostri predecessori, amministratori e cittadini, hanno disubbidito e non l’hanno demolita, non se ne sono andati e hanno continuato a viverci fino agli anni ‘60. E’ stato avviato un progetto di lottizzazione per creare il nuovo paese come una città giardino, dove alcune strade sono più grandi e altre più strette perché non era previsto un grosso traffico, come se fosse un giardino con degli abitanti al suo interno. Simultaneamente è iniziata la fase di contaminazione, è stato un periodo variopinto, unico, sano, bellissimo, persone che venivano da ogni parte del mondo sono state accolte in questo tessuto sociale molto ristretto, a vocazione agricola . I miei bisnonni si erano incontrati al mare e avevano poi vissuto sempre solo qui. ».
E cosa si prevede per il futuro di queste incantevoli località della Tuscia, poiché gli interventi per le Reti di Imprese previsti dal piano finanziario della Regione Lazio sono esauriti ? Risponde Vincenzo Peparello: «Un progetto che continua, quindi, anche se adesso con fondi propri e nuove progettualità, nella convinzione che Expo Tuscia sia un importante volano di crescita e sviluppo di un intero territorio».
Harry di Prisco