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Il Parlamento ricorda Papa Francesco con un minuto di silenzio. Meloni: “Grande uomo e pontefice. Ha guidato la chiesa in tempi complessi”

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Durante l’incontro in seduta comune a Montecitorio gli interventi dei rappresentanti dei gruppi. La Russa: “Si è battuto per la giustizia, la pace e la fraternità”

di Maria Carmela Fiumanò, Mirko Gabriele Narducci, Emanuele Nuccitelli e Antonio Bravetti

ROMA – Un minuto di silenzio e al termine un lungo e caloroso applauso. Il Parlamento riunito ricorda così Papa Francesco durante la commemorazione a Montecitorio a cui partecipa anche il governo e la premier Meloni. Al termine degli interventi dei due presidenti, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, il ‘padrone di casa’ invita l’Aula a osservare un minuto di silenzio e poi tutti in piedi, deputati, senatori e ministri, per l’applauso.MELONI: “GRANDE UOMO E PONTEFICE, HA GUIDATO CHIESA IN TEMPI COMPLESSI”

“Un grande uomo e grande pontefice che ha guidato la Chiesa in tempi complessi”. Lo afferma la premier Giorgia Meloni intervenendo alla Camera per le celebrazioni in ricordo Papa Francesco. Tra i consigli arrivati da Papa Francesco a Giorgia Meloni c’è quello a “non perdere mai il senso dell’umorismo. È l’ultima cosa che mi ha detto”, dice la premier in aula alla Camera.MELONI: “SEMPRE GRATA A LUI PER TEMPO TRASCORSO INSIEME”

Papa Francesco era un uomo che sicuramente sapeva essere determinato, però quando parlavi con lui non esistevano barriere, non creava distanza con il suo interlocutore. Con lui eri a tuo agio e potevi parlare di tutto, potevi aprirti, potevi raccontarti senza filtri, senza timore di essere giudicato. Così lui poteva vedere la tua anima, poteva vederla a nudo”. Lo afferma la premier Giorgia Meloni intervenendo alla Camera per le celebrazioni in ricordo Papa Francesco. “Voleva ascoltarti come se per lui significasse dire ‘Io ci sono per te’. Lo faceva per tutti, lo faceva con tutti e ti faceva sentire prezioso in quanto unico e irripetibile come ogni essere umano che nasce sulla Terra. Sarò sempre grata a Papa Francesco per il tempo trascorso insieme, per i suoi insegnamenti, per i suoi consigli”, aggiunge.

“Ricordare Papa Francesco- spiega- non significa solamente omaggiare un protagonista assoluto della nostra epoca, ma parlare di un uomo che anche per me personalmente ha rappresentato molto di più. Io ho avuto il privilegio di un rapporto personale sincero con il pontefice che mi ha fatto comprendere il tratto forse più straordinario del suo modo di interpretare il pontificato”.

MELONI: “SUOI APPELLI PER LA PACE PER NOI MONITO RESPONSABILITÀ”

Papa Francesco non ha smesso di invocare la pace e la fine delle guerre che feriscono l’umanità, dalla martoriata Ucraina al Medio Oriente, passando per il Sahel. Lo ha fatto anche quando sapeva che alcuni avrebbero potuto non capire che le sue parole avrebbero potuto essere travisate e strumentalizzate, ma i suoi molteplici appelli alla pace rappresentano per noi oggi un ulteriore monito alla responsabilità”.

MELONI: “GLI SAREMO SEMPRE RICONOSCENTI PER AVER PARTECIPATO A G7”

“Da leader globale”, Papa Francesco “ha richiamato l’attenzione del mondo sulle grandi sfide del nostro tempo, dalla difesa del creato fino all’intelligenza artificiale. Aveva introdotto il concetto di algoretica, dare un’etica agli algoritmi per invocare uno sviluppo delle tecnologie che non superasse il limite invalicabile della centralità dell’uomo”, afferma la premier Giorgia Meloni.

Quando io gli chiesi di partecipare al summit del G7 per portare questo messaggio, lui non esitò. Io, il governo, l’Italia, gli saremo sempre riconoscenti anche per questo, per averci regalato quella presenza storica la prima volta di un pontefice ai lavori del gruppo G7″, aggiunge Meloni.MELONI: “PER LUI POLITICA PENSA A BENE COMUNE E A LUNGO TERMINE”

In occasione del G7 “tra i tanti messaggi” che Papa Francesco “ci ha consegnato ce n’è uno che tocca tutti in quest’aula: il Santo Padre ha detto che la politica serve e che di fronte a tante forme di politica meschine, tese all’interesse immediato, la grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi, pensando al bene comune e a lungo termine”, continua Meloni.

“Come pontefice ha vissuto quella che lui stesso ha definito non già un’epoca di cambiamenti, ma un vero e proprio cambio d’epoca. E qui l’uso frequente di alcune espressioni a volte rischia di farne perdere il senso. Il cambio di un’epoca investe ogni livello della vita dell’uomo, quello religioso, quello sociale, quello politico. Significa misurarsi con sfide inimmaginabili senza poter ricorrere a esperienze sperimentate e quindi rassicuranti. Cambio di epoca per chi ha ruoli di guida vuol dire mettere in conto incertezze, inciampi, assunzioni di responsabilità più difficili del consueto. Tentare di essere all’altezza di questo insegnamento è il nostro modo di dire grazie a questo straordinario uomo e pontefice che ora è tornato alla casa del padre, certo, ma che continuerà a sorriderci e a guidarci. Addio Papa Francesco”.

LA RUSSA: “SI È BATTUTO PER LA GIUSTIZIA, LA PACE E LA FRATERNITÀ”

“Onorevoli Deputati, Onorevoli Senatori. Camera e Senato si ritrovano oggi riunite in questa Aula per rendere omaggio a un Pontefice che abbiamo amato e ammirato per l’instancabile forza ed energia con cui si è battuto per la giustizia, la pace e la fraternità tra i Popoli e le Nazioni“. Lo dice il presidente del Senato, Ignazio La Russa, durante la commemorazione di Papa Francesco, in Aula a Montecitorio, davanti al parlamento riunito e con il governo e la premier Giorgia Meloni.

“In questi anni di Pontificato – aggiunge – la profondità del Suo messaggio di fede e di speranza ha saputo toccare le corde più profonde dei nostri cuori. E persino in queste ultime settimane, nonostante la malattia lo avesse fortemente debilitato, Papa Francesco mai ha smesso di far sentire la sua voce affinché i conflitti, le divisioni e le guerre venissero superate. È stato un autentico testimone di fede vissuta, capace di incarnare fondamentali valori di misericordia e solidarietà. La Sua attenzione verso gli ultimi, verso i più fragili, e verso gli emarginati, ha superato le diversità religiose e spirituali ed è diventata una continua esortazione ai leader del mondo a lavorare insieme per la pace, il bene comune e il rispetto della dignità di ogni persona. La Sua presenza in Piazza San Pietro domenica scorsa, circondato dall’amore dei fedeli, resterà uno dei momenti più commoventi ed emozionanti dei suoi 12 anni di Pontificato. Con le ultime forze, Papa Francesco è voluto essere presente per salutare tutti di persona. Un’ultima volta. Tutta la potenza della Sua eredità spirituale credo possa essere riassunta in questo gesto in cui offre la Sua sofferenza come atto d’amore, di fede e di speranza”.

Durante la commemorazione a Montecitorio per Papa Francesco, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, sottolinea: “E questo Suo ultimo incontro nel giorno della Resurrezione, si ricollega idealmente all’immagine di Papa Francesco in quella stessa piazza e in quella Basilica di San Pietro, vuote a causa della pandemia Covid. Una immagine che non era però quella di un uomo solo, anzi! Papa Francesco era la risposta più eloquente alla solitudine del mondo. Un invito a vincere le barriere dell’isolamento, riscoprendosi comunità unita nel cuore e nella speranza. Ricordo ancora, con profonda emozione, la sua inaspettata visita in Senato. La prima volta di un Papa a Palazzo Madama dove venne per rendere omaggio al Presidente Emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. Un commovente momento di grandissima umanità e semplicità, eppure allo stesso tempo un gesto di enorme significato istituzionale.
Oggi, dinanzi alle Camere riunite, vorrei rammentare Papa Francesco non con tristezza – per quanto la commozione sia difficile da nascondere – ma con gratitudine e riconoscenza. Ringraziandolo per il messaggio di amore, di fede e di impegno che con il suo esempio, le sue parole e la sua vita ci ha lasciato per guidarci verso un futuro di pace e di speranza”.

FONTANA: “LASCIA VUOTO PROFONDO PER CATTOLICI E MONDO INTERO, CI MANCHERÀ”

“Care colleghe, cari colleghi, lunedì 21 aprile è venuto a mancare Sua Santità Papa Francesco. Di origine italiana, fu eletto al Soglio pontificio il 13 marzo 2013. È stato il primo Papa proveniente dal continente americano, il primo a chiamarsi Francesco“. Lo dice il presidente della Camera, Lorenzo Fontana durante la commemorazione di Papa Francesco, in Aula a Montecitorio, davanti al parlamento riunito e con il governo e la premier Giorgia Meloni.

“La scelta di quel nome – aggiunge – fece subito comprendere l’attenzione che avrebbe avuto per gli ultimi, per le persone malate e per chi soffre. Ha voluto sempre camminare accanto a tutti, senza escludere nessuno. Il suo Magistero, fondato sulla solidarietà e sulla difesa della dignità umana, è stato un esempio di vicinanza ai fedeli e di impegno a favore anche delle persone anziane e dei più deboli. La sua scomparsa lascia un vuoto profondo per i Cattolici e per l’intera comunità internazionale. Religiosi e laici, credenti e non credenti si stringono nel ricordo di un uomo che ha svolto la propria missione con spirito di sacrificio e di abnegazione cristiana. Fino all’ultimo istante non ha mai abbandonato chi confidava nel suo sostegno. Anche nelle sue condizioni di salute sempre più fragili, nel giorno di Pasqua ha avuto la forza di impartire la benedizione ‘Urbi et Orbi’ e di abbracciare simbolicamente per l’ultima volta i fedeli presenti in Piazza San Pietro”.

Fontana ricorda: “La mia gente è povera e io sono uno di loro’, disse un giorno spiegando la decisione di abitare in un appartamento semplice, al di fuori del Palazzo Apostolico. È stato pastore tra la sua gente, pellegrino di pace e testimone di misericordia“.

Durante la commemorazione a Montecitorio per Papa Francesco, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana aggiunge: “Il suo pontificato è giunto al termine proprio come era iniziato, con i fedeli, con la preghiera e con l’invito a nutrire sempre la speranza. Già nel giorno della sua elezione, invitò la folla a pregare per l’avvio di un cammino di amore e di fratellanza, che unisse il Papa al suo Popolo. La mattina successiva, rispose con calore all’affetto di chi lo acclamava in occasione della sua prima visita presso la basilica di Santa Maria Maggiore, luogo simbolo della sua profonda devozione per la Madonna di ‘Salute e Salvezza’. Nei 12 anni del suo pontificato, segnati a livello mondiale da un clima di tensione, conflitti e incertezza, il Santo Padre si è speso senza riserve per infondere fiducia e conforto nei cuori di tutti. Di fronte agli orrori e alle devastazioni delle guerre, non ha mai smesso di lanciare vibranti appelli in favore della pace. La sua instancabile vocazione al dialogo lo ha condotto dove nessun altro Pontefice era mai giunto. Francesco è stato, infatti, il primo Papa a partecipare a un vertice del G7, a incontrare un Patriarca di Mosca, a recarsi in Iraq. Personalmente, non potrò mai dimenticare la sua voce quando mi telefonò in occasione della mia elezione a Presidente della Camera, né quando mi accolse in Vaticano. Papa Francesco ci mancherà“.

BIGNAMI: “NON È STATO UN PONTEFICE FACILE, SEMPRE DETTO CIÒ CHE PENSAVA

“Ricordare Papa Francesco non è facile, perché lui non è stato un Papa facile e lo ha dimostrato fin dall’inizio, scegliendo un nome che nessuno dei suoi predecessori si era imposto, Francesco, il più santo degli italiani e il più italiano dei santi, il poverello d’Assisi che scelse la povertà per rinnovare la Chiesa. Non è stato un Papa facile, perché non ha mai rinunciato a dire ciò che pensava, avvertendoci che l’ipocrisia è la parola del diavolo e richiamandoci all’obbligo di dire la verità“. Lo ha detto il presidente dei deputati di Fdi, Galeazzo Bignami, intervenendo alla commemorazione congiunta di Camera e Senato in ricordo di Papa Francesco in corso a Montecitorio.

Ciò, ha sottolineato Bignami, “lo ha esposto anche a tentativi di catalogazione, quando qualcuno enfatizzava un suo messaggio e tentava di incasellarlo nella categoria del progressismo c’era chi subito tentava di fare il contrario. Tentativi inutili, perché il Papa non è di una parte e non parla a una parte, non segue gli schemi della politica e le categorie ideologiche, ma parla a tutti con la parola di dio. Questa è stata la cifra di Papa Francesco: non si è mai sottratto all’opportunità di confrontarsi anche con chi aveva sensibilità diverse”.

CONTE: “DURANTE COVID CI HA INCORAGGIATI A NON CEDERE A SCONFORTO”

“Ho avuto il privilegio di confrontarmi con Papa Francesco più volte. In un momento drammatico come quello della pandemia, il suo messaggio dirompente, ‘Nessuno si salva da solo’, e anche la potenza della sua immagine in una Roma deserta sono stati per me e per molti di forte incoraggiamento in un momento in cui rischiava di prevalere lo sconforto“. Lo ha detto il presidente del M5S, Giuseppe Conte, intervenendo alla commemorazione congiunta di Camera e Senato in ricordo di Papa Francesco in corso a Montecitorio. “Papa Francesco- ha continuato- su Gaza ha avuto parole coraggiose e non scontate in mezzo a tanta ignavia. Anche sabato ha continuato a telefonare al parroco dell’unica chiesa della Striscia di Gaza per informarsi sulle condizioni dei bambini palestinesi dimenticati da tanti, ma non da lui che conosceva anche i loro nomi”.

“Papa Francesco lo ricordiamo con grande commozione per la passione e il coraggio con cui ha testimoniato la radicalità del messaggio evangelico, la sua portata rivoluzionaria. Con grande forza d’animo ha spinto la Chiesa a rifuggire le vecchie tentazioni di trasformarsi in ‘un’elite intellettuale o mondana’, ha sempre strenuamente difeso i più fragili dall’indifferenza e dall’accanimento. Anche nelle sue ultime ore di vita ha scelto di sfidare la sofferenza per scendere ancora una volta tra la sua gente, e questa è una grande lezione anche per chi fa politica, chi assume ruoli di responsabilità verso una comunità deve farsi carico della sofferenza di tutti, non può dimostrarsi servile coi potenti e ottuso ai bisogni di chi non ha voce”, ha detto il presidente del M5S. “È stato un Papa scomodo, ciascuna forza politica- ha proseguito Conte- può sentirsi sfidata da alcune sue posizioni e riconoscersi in altre, ma è indubitabile che Papa Francesco sia stato il più grande riferimento spirituale e morale di questi nostri tempi in cui prevalgono le parole di odio e le atrocità dei conflitti”.

Papa Francesco si è sempre tenacemente schierato contro ogni guerra, contro i signori delle armi, a favore di tutte le vittime dei conflitti. ‘La guerra è sempre una sconfitta’, ci ammoniva, e ancora: ‘Non si ceda alle logiche delle armi e del riarmo, la pace non si costruisce mai con le armi ma tendendo le mani, aprendo i cuori’. Il 14 marzo scorso, ancora in ospedale, in una lettera pubblicata dal Corriere della sera, mentre nel mondo, nella politica, nei media si moltiplicavano parole di guerra, scriveva che ‘dobbiamo disarmare le parole per disarmare le menti e disarmare la Terra’. Il suo costante pensiero è stato un’esortazione al dialogo e all’ascolto, anche delle ragioni dell’altro e del nostro nemico”. Ha detto ancora il presidente del M5S, Giuseppe Conte.

“Nella sua ultima benedizione Urbi et Orbi di Pasqua- ha proseguito Conte- ha usato parole chiare ancora una volta, parole che scuotono le nostre coscienze: ‘L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo’. Ora che non c’è più, Papa Francesco viene universalmente celebrato da tutti, nello scomposto teatro dell’ipocrisia e dei vaniloqui, anche da chi ha continuato a ignorare i suoi messaggi di dolore per le ingiustizie. Il modo migliore per ricordarlo è non lasciare cadere nel vuoto i suoi insegnamenti, la sua testimonianza: il modo migliore per ricordarlo è essere scomodi, con azioni ferme e scelte conseguenti”.

SCHLEIN: “NON MERITA IPOCRISIA DI CHI DEPORTA MIGRANTI”

“Papa Francesco non merita l’ipocrisia di chi non ha mai dato ascolto alle sue parole in vita e oggi affoga il suo messaggio nella retorica, a chi deporta migranti, a chi nega l’emergenza climatica e le cure a chi non se le può permettere”. Così la segretaria del Pd Elly Schlein, durante la commemorazione di papa Francesco delle Camere riunite a Montecitorio. “È stato un innovatore– aggiunge- ha cercato di riformare la Chiesa in profondità, riconoscendo anche gli errori commessi da uomini della chiesa. La sua scomparsa ci priva di una voce significativa che ha saputo interrogare credenti e non credenti“.

Prosegue Schlein: “Non ha mai fatto scelte allo scopo di essere amato. Ha sempre detto e fatto gesti che manifestavano il suo pensiero senza ipocrisia, senza infingimenti. Con il rispetto per tutti ma anche con fermezza. La sua è stata una voce instancabile per la pace, per la giustizia sociale, per l’ambiente e la dignità delle persone. Le sue parole hanno saputo attraversare le frontiere della fede raggiungendo credenti e non credenti”.

RENZI: “CI HA INSEGNATO LAICITÀ, BUFFO LITIGARE SU EREDITÀ”

“Sul pontificato, cari colleghi, è buffo che ciascuno di noi in qualche misura cerchi di accaparrarsi un pezzettino di eredità. Chi lo ricordare per i carcerati, lo dimentica per l’aborto. Chi lo ricorda sulla famiglia tradizionale dimentica le parole sull’immigrazione. Non era un politico, era un papa, era Pietro. E, proprio perché capo della cattolicità, ci ha insegnato il valore della laicità che non va confusa con il laicismo. Si deve avere il coraggio di riconoscere la sua grandissima lezione di laicità”. Così il senatore e leader di Italia Viva, Matteo Renzi, intervenendo in aula a Montecitorio durante la commemorazione di papa Francesco.

 fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it