Trevi Nel Lazio, Il brigantaggio, una pagina storica dell’Italia da conoscere ed approfondire
Nell’estate trebana, grande spazio agli incontri culturali, per conoscere la storia del territorio, infatti sabato scorso con il patrocinio del Comune di Trevi Nel Lazio, si è svolto presso la sala consiliare, un interessante e partecipato convegno storico sul brigantaggio: “Brigantaggio alla frontiera Pontificia”. Al tavolo dei lavori, oltre al Sindaco l’avv. Silvio Grazioli considerato una delle memorie storiche più elevate della provincia, il dott. Ferdinando Riccardi e la prof.ssa Maria Ornella Cristalli rispettivamente presidente e vice presidente dell’Istituto di Ricerca Storica delle Due Sicilie. “Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani” dalla rivisitazione della celebre frase di Massimo d’Azeglio, primo ministro del Regno di Sardegna, parte l’analisi affrontata dal convegno di sabato. Infatti, a partire dalla proclamazione del Regno d’Italia, 17 marzo 1861, fino al 1865, nelle province meridionali, si assistette, accanto all’entusiastica adesione al movimento risorgimentale, all’esplosione di un vasto e radicato movimento di rivolta. Questo, comunemente noto come “Grande brigantaggio”, tenne sotto scacco le truppe piemontesi che, nel momento più critico, arrivarono a contare circa 120 mila unità, ovvero poco meno della metà del loro effettivo totale. Gli interventi dei tre relatori, hanno in linea generale ripercorso quegli anni, delineando una figura diversa del “brigante” troppo spesso denigrato dalla storia, tanto da sollevare il quesito se : Il brigantaggio fu l’eroica resistenza meridionale al colonialismo sabaudo o la sfida allo Stato di bande criminali? Perseguitati dalle truppe del nuovo governo, i reazionari si diedero alla latitanza, protetti da amici e parenti e finanziati dalle ricompense che l’ex reggente Francesco II elargiva loro, nutrendo la speranza di riconquistare il suo regno. I reazionari svolgevano le mansioni più comuni durante l’inverno, come l’agricoltura, la pastorizia, o come guardie campestri presso il vicino Stato Pontificio, e si davano alla macchia in estate.. Fra rapine, saccheggi e sequestri di persona, i briganti non agivano tuttavia indisturbati; le truppe dei Savoia battevano a tappeto l’intero territorio , compresa questa zona della Valle dell’Aniene, attraversata dal confine con lo Stato Pontificio. Molto apprezzato l’intervento del Direttore del Parco dei Monti Simbruini il dott. Carlo Di Cosmo (nella foto), presente all’evento e che ha lasciato un interessante contributo all’evolversi della discussione, che ha coinvolto il pubblico presente.