Critica artistica, Paolo Battaglia La Terra Borgese, con La bella giardiniera, racconta Paul Klee, pittore capace di dipingere il tempo
29 GIUGNO 1940 |esattamente 65 anni fa, a sessantuno anni, a Muralto, in Svizzera, muore il pittore Paul Klee, seguace della teosofia. Paolo Battaglia La Terra Borgese: “La sua arte è quella di un eterno fanciullo… il “tempo” era la sua arte…”
«L’opera “La Belle Jardinière” di Paul Klee – scrive Battaglia La Terra Borgese – è conservata presso lo Zentrum Paul Klee a Berna, in Svizzera. Questo museo, appositamente costruito, e che prende il nome dall’artista, ospita la più grande collezione al mondo di opere di Paul Klee, con dipinti, acquerelli e disegni.
“Essere astratto con dei ricordi”, ha scritto Paul Klee nei suoi Diari. È questa la posizione della sua pittura che, da un inizio naturalistico, si è evoluta per gradi verso una forma particolare di Astrattismo.
La bella giardiniera è del 1939 e fa parte di un gruppo di tre opere, tutte affini nel segno e nel colore, significative della sua ultima maniera. Le altre due sono intitolate Mine sévère (volto severo) e Fleurs de pierre (fiori di pietra).
In questo dipinto — una tempera e olio su juta — la figura femminile non ha alcun riferimento con il mondo della realtà, ma vuol essere a sua volta un nuovo tipo di realtà, suggerita dall’immaginazione e dal ricordo. È come vedete, è una semplice struttura di linee tracciate con mano apparentemente infantile; è composta da oggetti che provengono dal mondo dei ricordi di Klee.
I segni incrociati dello sfondo vogliono essere stelle o fiori, l’allusione a una casa — come potrebbe disegnarla un bambino nei suoi quaderni di scuola — ha anch’essa una funzione suggestiva, di richiamo a un mondo lontano nel tempo.
Occorre, naturalmente, uno stato di innocenza per vedere la realtà sotto questo aspetto. Per darle forma, Klee si è valso di tele di piccole dimensioni, in cui “concentra” le sue rievocazioni: il movimento delle onde, le scie dei pesci nell’acqua, i germogli dell’erba, le venature e i nodi del legno.
Il cosmo intero è presente ai suoi occhi, e ogni elemento del cosmo può essere protagonista nel quadro alla stessa stregua della figura umana; ma si trasforma in segno, simbolo di un mondo creato dalla sua fantasia di “eterno fanciullo”.
Klee si muove sempre in uno spazio a due dimensioni, la larghezza e l’altezza; LA TERZA DIMENSIONE, che è la profondità, è costituita dal tempo, cioè dal ricordo. Questa è l’unica realtà che lui riconosce “reale”.»
L’opera di Paul Klee è un processo di socializzazione dell’arte, con l’arte stessa, e con lo spettatore – chiude Paolo Battaglia La Terra Borgese.