L’intervento di Yousef Salman, il commento del PCI
Purtroppo, tragicamente, – molti di voi l’avranno già appreso nella notte – la guerra in Medio Oriente con l’attacco all’Iran (da USA oltre che Israele) tsa deflagrando in conflitto più vasto dalle conseguenze imprevedibili. Prima di questo, ieri, sabato 21, molti dei partecipanti alla iniziativa di Bibliopop – con la proiezione del film “No Other Land” , il docufilm di Basel Adra e Yuva Abraham, premiato agli Oscar – avevano partecipato alla presenza in piazza, a Roma delle decine di migliaia di partecipanti contro la guerra, contro il riarmo, contro la Nato e le scelte di UE e Governo italiano. Dopo aver assistito al drammatico, vero, straziante, docufilm, molti dei partecipanti alla proiezione, sono intervenuti con quesiti e commenti e, infine, offerto a Yousef Salman, presidente della comunità palestinese di Roma e Lazio, la possibilità di illustrare con estrema lucidità, non solo la storia degli ultimi decenni che riguardano i palestinesi, e il medio oriente, ma che riguarda tutti noi: mediterraneo, medio oriente e mondo. Salman, ha fatto questo ricorrendo alla analisi storico-politica attuale che inchioda il capitalismo e l’imperialismo al proprio disegno disvelato e alle proprie responsabilità storiche (anche future) che, purtroppo, in queste ore, confermano le accuse del dirigente palestinese contro USA, Gran Bretagna, UE e Italia. In particolare, su questa analisi, due punti sono stati messi in evidenza: il primo è l’obiettivo vero assegnato nei decenni ad Israele. Il secondo è il tempo politico attuale scelto per l’intervento militare di guerra israeliano (ed ora anche statunitense). Sul primo punto, Salman ha ricordato che il disegno di voler garantire l’accaparramento (di rapina) delle materie prime, a cominciare da quelle energetiche, presenti nell’area medio orientale sono all’origine delle scelte di consentire ad Israele (stato confessionale definito a prescindere democrazia avanzata in medio oriente) di imperversare nelle varie crisi di guerra: a cominciare dalla scelta di NON risolvere la questione palestinese, e con mano libera per gli altri interventi come in Libano, in Siria, nello Yemen, ed ora in Iran. Questa patente internazionale a delinquere al di fuori di leggi internazionali e in barba ai pronunciamenti ONU sono stati sempre possibili grazie al rapporto tra USA e Israele. Qui in verità, il portavoce della comunità palestinese afferma che il rapporto, per quanto declamato non è vero che sia improntato a parità, ma sono gli USA che portando avanti i vantaggi di rapina capitalistica, dettano ordini e comportamenti agli israeliani. La seconda questione quella della scelta dei tempi, rientra invece nella capacità di inziativa di Francia e Arabia Saudita (che hanno messo in piedi una conferenza internazionale all’ONU che avrebbe deliberato col riconoscimento della Palestina da parte di Canada, Francia, Paesi Arabi ed altri) e che è stata brutalmente interrotta dalla aggressione missilistica e dei bombardamenti sull’Iran da parte israeliana. Questa decisione, così come si sta ampliando dal genocidio contro i palestinesi nella striscia di Gaza, contiene anche la doppia scelta di rendere “disponibile” per lo stato di Israele, ma anche degli USA, dei nuovi giacimenti scoperti in mare (appunto di fronte Gaza) di gas e petrolio, e per conseguire da parte dello stato ebraico il vero obiettivo “territoriale” (ecco la drammatica verità quotidiana della storia raccontata dal film) che è la Cisgiordania. Va ricordato infatti che nel 1993 erano poche migliaia le presenze dei “coloni” ebrei (di fatto usurpatori di terre e proprietà che hanno acquisito beni cacciando i palestinesi lì residenti nei decenni precedenti), ora sono circa 800mila! Ripetiamo che, purtroppo, ora la situazione è precipitata ulteriormente, confermando tragicamente le analisi appena offerte all’assemblea di Bibliopop da parte di Yousef Salman. Per questo, i componenti della segreteria del PCI di Marino che hanno partecipato e sono stati presenti a questo appuntamento hanno voluto esprimere, a caldo un commento. “Ci tocca lanciare, come faranno molti in queste ore, una allerta massima che coinvolgerà palestinesi, popolazioni arabe e mettendo a rischio di guerra totale tutto il mediterraneo. Esprimiamo e confermiamo totale solidarietà nei confronti del popolo palestinese e dell’Iran oggi oggetto di incursioni di guerra criminali. – commenta il PCI marinese – Nello stesso tempo condividiamo questa analisi del ruolo capitalistico che cerca vie d’uscite dalla propriaa crisi rispondendo, al solito, ricorrendo alle guerre. Ma non si potrà negare ai nuovi protagonisti mondiali, plurali e differenti nella loro espressione politica, ad essere riferimenti come risposta positiva allo scatenare guerre. Il riferimento è ai Brics, ma più in generale, al ruolo decadente del dollaro americano che sempre più è in disparte rispetto alle scelte i reciprocità che, appunto, molti stati protagonisti mondiali hanno scelto di svolgere. Confidiamo – conclude il primo commento del PCI – che a livello internazionale non ci sia nessun cedimento e che anzi, gli USA, Israele (e per certi versi molta parte della UE e il governo italiano) vengano relegati a attori disperati della propria incapacità ad essere protagonisti di pace come scelta propria. Come comunisti vigileremo e non ci arresteremo di fronte alla necessità di svolgere un ruolo attivo contro la guerra, contro il capitalismo morente, al fianco dei popoli aggrediti e dei lavoratori di tutto il mondo che invece perseguono pace e giustizia sociale”.