Se un tempo l’emergenza riguardava principalmente i disoccupati, oggi il fenomeno dei ‘working poor’ (lavoro povero) incide profondamente sul tessuto sociale
ROMA – Nel 2024 sono state almeno 277.775 le persone (e rispettivi nuclei familiari) che si sono rivolti a Centri di ascolto, mense, empori solidali ed altri servizi per chiedere un aiuto concreto, con un incremento del 3% rispetto al 2023 e del 62,6% rispetto al 2014, con una crescita particolarmente marcata nel Nord (+77%) e nel Mezzogiorno (+64,7%). Nello stesso anno sono state erogate oltre 5 milioni di prestazioni, con una media di circa 18 interventi ogni assistito. Se un tempo l’emergenza riguardava principalmente i disoccupati, oggi il fenomeno dei ‘working poor’ (lavoro povero) incide profondamente sul tessuto sociale, con il 30% degli occupati che fatica ad arrivare a fine mese. Una tendenza che si affianca a un altro segnale allarmante: l’aumento delle richieste di aiuto da parte degli over 65, raddoppiati in dieci anni, dal 7,7% nel 2015 al 14,3% nel 2024. Sono alcuni dei dati che emergono dal Report statistico 2025 “La povertà in Italia” di Caritas italiana, presentato oggi a Roma insieme al Bilancio sociale 2024.
CHI SONO GLI ASSISTITI
Dati che riflettono l’effetto delle crisi economiche degli ultimi anni, dalla crisi finanziaria del 2008, alla pandemia da Covid-19, fino alle recenti tensioni commerciali internazionali e conflitti. Le famiglie continuano a rappresentare la maggior parte degli assistiti: il 63,4% dei nuclei ha figli minori. Il livello basso di istruzione continua ad incidere sul rischio povertà. Delle 277.775 persone accompagnate dalla Caritas, il 56,2% è di nazionalità straniera, il 42,1% è italiano. La componente immigrata è in lieve calo, principalmente per la riduzione degli ucraini, passati da 22.000 nel 2022 a circa 10.000. Gli assistiti provengono da 180 Paesi diversi, con il 46,9% dall’Africa, il 26,9% dall’Europa, il 13,9% dalle Americhe e il 12,4% dall’Asia. I primi dieci Paesi di provenienza sono Marocco, Perù, Romania, Ucraina, Nigeria, Tunisia, Albania, Senegal, Egitto e Pakistan. Nel 2024, l’età media delle persone assistite dalla rete Caritas ha raggiunto 47,8 anni, segnando un progressivo invecchiamento della popolazione in condizioni di fragilità. Nel 2022 l’età media si attestava a 46 anni. Mentre l’età media degli immigrati è di 42,9 anni, quella degli italiani sale a 54,6. Un dato significativo riguarda gli over 65, la cui presenza tra i beneficiari della Caritas è raddoppiata rispetto al 2015, passando dal 7,7% al 14,3%. Tra gli italiani, la crescita è ancora più marcata, raggiungendo il 24,3%.CARITAS: CARO VITA , SANITÀ E DISAGIO ABITATIVO PESANO SU FAMIGLIE VULNERABILI
Sebbene l’inflazione nel 2024 sia rallentata (+1% rispetto ai picchi del 2022-2023), i costi rimangono elevati e insostenibili per molte famiglie. I prezzi di beni essenziali come gli alimentari (+2,4%) e l’istruzione (+2,9%) continuano ad aumentare, mentre quelli dell’energia a tariffe regolate sono saliti del 12,7%. È quanto emerge dal Report statistico nazionale 2025 sulla povertà in Italia di Caritas italiana presentato oggi a Roma. Secondo il Report Caritas, la povertà abitativa si conferma tra le emergenze più gravi.Il 33% degli assistiti manifesta una forma di disagio abitativo, con il 22,7% in grave esclusione (senza tetto, sotto sfratto, in condizioni precarie). Aumentano anche le difficoltà di accesso alle cure sanitarie: 6 milioni di italiani hanno dovuto rinunciare a prestazioni sanitarie necessarie nel 2024. Tra gli assistiti Caritas, il 15,7% presenta vulnerabilità sanitarie, spesso legate a patologie gravi e alla mancanza di risposte adeguate dal sistema pubblico.
(www.agensir.it)
fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it