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“Tornare indietro di trent’anni per andare avanti”: intervista a Lupo Migliaccio di San Felice, Segretario Nazionale della Democrazia Cristiana

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Dopo aver ricevuto un appello indirizzato a Leone XIV, firmato dalla Democrazia Cristiana – nome che da tempo non si sente più tra i banchi del governo – abbiamo deciso di intervistare il suo autore, Lupo Migliaccio di San Felice, avvocato canonista e segretario politico nazionale della DC.

Segretario, la Democrazia Cristiana oggi si presenta frammentata in vari piccoli movimenti. Lei con quale gruppo si identifica?
Più che parlare di gruppo, noi rappresentiamo la vera Democrazia Cristiana, quella storica. Usiamo infatti il sottotitolo “partito storico”. Abbiamo tenuto un Congresso in continuità con quello che elesse Fontana e successivamente Luciani. Sul sito ufficiale della Democrazia Cristiana si possono trovare tutti gli atti che confermano questa linea.

Perché ha scelto di inviare un appello a Leone XIV, chiedendo uno statuto speciale per Gerusalemme?
Nonostante il nostro ottimismo nel credere nella diplomazia come strumento di pace, vediamo poche possibilità di mediazione nel conflitto tra Iran e Israele, anche a causa del coinvolgimento crescente di altri paesi musulmani della regione. Israele sta violando le più basilari convenzioni di Ginevra, e per questo abbiamo chiesto che Gerusalemme – crocevia di fedi religiose – sia dichiarata Città Aperta, attraverso una conferenza diplomatica internazionale.

Come interpreta questo conflitto, anche alla luce di quanto accade in Ucraina?
Il vero nemico è un sistema che usa la guerra come strumento di controllo globale: lobby finanziarie, ideologie disumanizzanti come il transumanesimo, campagne per il depopolamento. Oggi si impone un reset bellico con la complicità di numerosi Capi di Stato. È grave che nessuno abbia ancora definito Zelensky un dittatore, dato il suo mandato scaduto, o che Netanyahu – responsabile di azioni genocide – non sia stato isolato diplomaticamente.

Pensa che il conflitto in Medio Oriente possa estendersi?
È già esteso. Molti paesi vicini all’Iran stanno intervenendo, e ci sono notizie di movimenti militari siriani verso il confine iracheno. La situazione è molto più critica di quanto si voglia ammettere.

C’è però chi parla di un possibile riavvicinamento tra Israele e Iran, anche attraverso intermediari come gli Emirati Arabi.
La neutralità degli Stati Uniti è cruciale. Se davvero decidessero di non supportare Israele, si potrebbe evitare una catastrofe. Tuttavia, con la Cina che invia armi, la miccia è accesa. E l’Europa – per colpa anche della NATO – potrebbe esserne coinvolta.

Cosa dovrebbe fare l’Italia, secondo Lei?
Dovremmo dichiararci neutrali, ma siamo vincolati da accordi con gli USA e dall’UE. L’unica strada possibile è quella del ruolo mediatore per la pace, come in parte sta facendo il Primo Ministro Meloni. Dovremmo uscire dall’UE e rivedere tutti gli accordi che ci rendono complici, incluso quello siglato da Lorenzin e Renzi che ha reso l’Italia paese sperimentale per alcune pratiche sanitarie. Ma su questo servirà un’altra intervista.

Un messaggio alle altre componenti della Democrazia Cristiana?
Invito le varie correnti centriste e democratico-cristiane a prendere le distanze dall’attuale Governo, riaffermando con forza i valori fondanti della nostra Repubblica, così come voluti dai Padri Costituenti. Per tornare a costruire, dobbiamo tornare indietro di almeno trent’anni. Pace, progresso e prosperità a tutti.