L’incontro con Richard Paz e i suoi allievi; l’ex campione di vela filippino, oggi è maestro di surf- e di vita -per i velisti di domani
ROMA – Serve forza delle braccia per tenere dritta la vela, i calli sulle mani svelano l’impatto delle virate, le tante ore nell’acqua del lago o del mare si sentono sul corpo che disegna traiettorie sulla spuma delle piccole e grandi onde. Il coach grida di strambare, gli atleti si allineano con precisione geometrica come se fossero sulla terraferma. Peppino, il più piccolo del gruppo, è esile ma tiene alta la vela e al timone ha la forza di un gigante. Sono i ragazzi del centro surf di Bracciano, una squadra, un po’ famiglia, un po’ compagni di viaggio.
L’EX FIAMMA OLIMPICA PER LE FILIPPINE MAESTRO DI SURF A BRACCIANO
Qui prima e dopo l’allenamento si fa un briefing, il coach Richard Paz ritira i cellulari e parla alla lavagna: intorno il colore della natura e il ritmo calmo della concentrazione. “Per me lo sport è passione ed è trasmetterla ai giovani. La parola principale è rispetto: per i genitori e per l’insegnante”.Richard ha portato la fiamma olimpica per le Filippine e oggi vive a Bracciano dove dedica la sua vita con la moglie e le figlie alla scuola windsurf per i ragazzi. Si commuove e lui campione, dopo aver portato i suoi ragazzi in acqua per ore, si mette a controllare la tavola di Niccolò, bronzo al campionato europeo del 2025 e prossimo a partecipare ai mondiali in Galles, e lo fa minuziosamente: la tocca, l’accarezza, ogni dettaglio nel tagliare l’acqua può fare la differenza nella velocità e nell’ equilibrio.
Dalla scuola vela dei più piccoli, windsurf e barca a vela, al SUP e Kajak come attività collaterali, fino alle squadre sportive, ce ne è per tutte le età.
MA QUALE “SPORT MINORE”
Questo sport, raccontano i genitori, richiede un impegno per mute, attrezzature, spostamenti per le gare e gli allenamenti: “Siamo noi gli sponsor dei nostri ragazzi”, scherzano anche con un po’ di rammarico perchè si fa presto a dire sport minore e a trascurare l’impegno anche fisico di questi giovani. Ma uno sponsor vero e proprio da poco, notizia accolta con gioia al centro, è arrivato. Mute, loghi e attrezzatura avranno il marchio del Gruppo Arms di Mario del Plato che ha deciso di associare le sue imprese al windsurf del CSB.
I ragazzi tornano, stanchi e affamati. D’inverno con l’acqua gelida è ancora piu difficile, ma è estate e il verde del centro è un tappeto caldo dopo tanto lago. La giornata è ancora alta, il vento si è calmato e la luce è piu tiepida. Si gioca a pallavolo dopo aver mangiato. Qualcuno resta a dormire nella foresteria, qualcuno torna a casa. Anche i genitori hanno fatto gruppo, un papà aspetta disteso la figlia sotto l’albero e non scalpita per tornare a Roma, qualcuno si concede una lezione di windsurf. Nessuno sembra avere quell’ansia urbana che divora le giornate. E’ una questione di concentrazione e di equilibrio, come insegna il coach: senza fretta, senza ansia, il windsurf è un walzer con il vento.