“Nel Lazio stiamo vivendo una vera e propria emergenza sanitaria diffusa, che colpisce non solo gli ospedali, ma la base stessa del sistema: la medicina territoriale. Secondo i dati pubblicati oggi, mancano all’appello 959 medici di famiglia e 48 pediatri di libera scelta. Solo a Roma risultano vacanti 362 incarichi di medici di base e 19 zone senza pediatra, con record negativi nei quartieri della periferia est come Torre Angela, Borghesiana, Cinecittà Est, Casilino, Spinaceto. Un milione di cittadini laziali – tra cui 400 mila romani – non ha un medico di riferimento. Questo è un fallimento delle politiche sanitarie della Regione” – Lo dichiara la consigliera regionale del Partito Democratico Emanuela Droghei, commentando l’analisi diffusa oggi sulla sanità territoriale – “Non possiamo più accettare che le famiglie si trovino senza assistenza primaria, costrette a ricorrere ai Pronto soccorso o a rinunciare alle cure. A pagarne il prezzo sono i più fragili, gli anziani, i bambini. Serve un piano straordinario per garantire il ricambio generazionale, incentivare i giovani medici, e intervenire subito nei territori più scoperti. Non si tratta solo di numeri, ma di diritti negati – prosegue Droghei –. In provincia, le carenze sono drammatiche nei Castelli Romani, a Pomezia, ad Anzio, ad Albano, nella Roma 5 e nelle province di Viterbo, Latina e Rieti. A tutto questo, la Giunta Rocca risponde con il silenzio e l’inerzia, mentre oltre il 70% dei medici in servizio ha più di 27 anni di laurea e migliaia si avviano alla pensione. Serve una strategia strutturale, servono risorse e serve soprattutto una visione politica, che oggi purtroppo manca”.